Enlargement Package 2023: pubblicato il rapporto annuale della Commissione Europea

30 Novembre 2023

Lo scorso 8 novembre la Commissione UE ha reso pubblico il Rapporto “Enlargement Package 2023”, che costituisce la consueta valutazione dettagliata sulla situazione dei progressi compiuti dai Paesi candidati e dai Paesi potenziali candidati  nel lungo percorso verso la full membership all’UE.

Il rapporto, che ha carattere annuale e copre periodo di rilevazione giugno 2022 – giugno 2023, valuta il grado di adempimento da parte dei Paesi in questione ai criteri di adesione (c.d. “Criteri di Copenaghen” definiti dal Consiglio europeo di Copenaghen del giugno 1993), ovvero alle condizioni essenziali che tutti i Paesi candidati devono soddisfare per aspirare a diventare Stati membri dell’UE, ovvero:

  • Criteri politici: istituzioni stabili che garantiscano la democrazia, lo Stato di diritto, i diritti umani ed il rispetto e la tutela delle minoranze;
  • Criteri economici: un’economia di mercato funzionante e la capacità di far fronte alla concorrenza e alle forze di mercato;
  • Capacità amministrativa e istituzionalecompetenza ad attuare efficacemente l’Acquis communautaire dell’UE (diritto acquisito comunitario da trasporre nei sistemi normativi nazionali) e capacità di assumere gli obblighi risultanti dall’adesione all’UE.

Nel 2020, in seguito alla Comunicazione della Commissione UE –  Enhancing the accession process: a credible EU perspective for the Western Balkans – COM (2020), 57 final, tali criteri sono stati aggiornati e raggruppati nei 6 “Thematic Clusters”, suddivisi in 33 Capitoli/Settori, a cui si aggiungono ulteriori 2 Capitoli non inclusi nei suddetti Clusters.

In particolare, per quanto riguarda le valutazioni della Commissione per singoli Paesi la situazione, presentata in forma sintetica, è la seguente:
Il 28 febbraio 2022 l’Ucraina ed il 3 marzo 2022 la Moldova la Georgia avevano inoltrato la loro domanda di adesione all’UE. Il successivo 17 giugno 2022 la Commissione UE aveva presentato i suoi Pareri positivi sulle tre richieste, in base ai quali il 23 giugno 2023 il Consiglio UE aveva concesso all’Ucraina ed alla Moldova  lo status di Paese candidato ed alla Georgia quello di potenziale Paese candidato. Si ricorda che per i tre Paesi in questione la Commissione aveva stabilito il progressivo adempimento a 7 priorità – “Steps” per l’Ucraina, a 9 per la Moldova ed a 12 per la Georgia che, brevemente, includevano aspetti quali il corretto funzionamento e l’indipendenza delle istituzioni, la lotta alla corruzione ed alla criminalità organizzata, ecc. (l’elenco di queste fondamentali priorità da rispettare è incluso nei Rapporti per singolo Paese consultabili ai link indicati successivamente). In sintesi, i rapporti della Commissione indicano che in Ucraina, nonostante il conflitto ancora in corso, le istituzioni hanno avviato la fase iniziale delle riforme del sistema giudiziario, nella lotta alla corruzione negli alti livelli istituzionali e nella riduzione dell’influenza dell’oligarchia sulla vita politico-economica del Paese. Tuttavia, al momento non è prevista una data per l’avvio dei negoziati (processo di screening). Anche la Moldova ha compiuto progressi nella riforma della giustizia, modificando gli organi anticorruzione, adottando i piani d’azione per la “deoligarchizzazione” e per la lotta alla criminalità organizzata, nonché la legislazione per la riforma degli appalti pubblici, ma come nel caso ucraino non è ancora prevista una data per l’avvio dei negoziati. Infine, la Georgia, oltre a compiere i primi passi per la riforma giudiziaria e ridurre l’influenza dell’oligarchia nella vita politica ed economica del Paese, ha adottato atti legislativi e azioni politiche sul rispetto dei diritti umani (parità di genere, lotta alla violenza contro le donne) e sulla lotta alla criminalità organizzata.

I rapporti completi della Commissione su questi tre Paesi sono disponibili (in lingua inglese) ai seguenti collegamenti:

Riguardo i Paesi dei Balcani occidentali, sebbenei negoziati per l’adesione all’UE siano in fase più avanzata, nel complesso i progressi nelle riforme sono per la maggior parte in fase di stallo.
Nel caso del Montenegro (status di Paese candidato dal dicembre 2010) la Commissione, tenendo conto dell’instabilità politica del Paese nel periodo di riferimento (Governo provvisorio privo della fiducia del Parlamento e Parlamento senza una maggioranza chiara e coerente per avviare le riforme), rileva che i progressi nei negoziati dipenderanno dalle riforme nell’ambito dello Stato di diritto (rispetto dei parametri indicati nei Capitoli 23 – Magistratura e diritti fondamentali –  e 24 – Giustizia, libertà e sicurezza, inclusi nel Cluster 1 – Fondamenti). Podgorica ha avviato i negoziati di adesione nel giugno 2012, aprendo le trattative su tutti i 33 Capitoli negoziali, di cui però solo 3 provvisoriamente chiusi (Cap. 25 – Scienza e ricerca, Cap. 26 – Formazione e cultura, Cap. 30 – Relazioni esterne).

La Serbia (Paese candidato dal marzo 2012) ha iniziato ad attuare modifiche costituzionali per garantire l’indipendenza del sistema giudiziario e ha adottato, seppure con carenze da colmare, una nuova legislazione sui media. Tuttavia, il Paese deve migliorare, in via prioritaria, il suo allineamento alla Politica Estera e di Sicurezza Comune (PESC) dell’UE, declinando le sue posizioni filo-russe, ma soprattutto procedendo nella normalizzazione delle relazioni con il KosovoSecondo la Commissione, la Serbia ha soddisfatto i parametri per l’apertura del Cluster 3 – Competitività e crescita inclusiva. Ad oggi, il percorso di Belgrado verso l’adesione annovera l’avanzamento del processo di screening per 22 capitoli dell’Acquis (su 34), di cui però solo 2 provvisoriamente chiusi (Cap. 25 – Scienza e ricerca, Cap. 26 – Formazione e cultura).

Considerazioni analoghe valgono anche per il Kosovo (potenziale Paese candidato – domanda di adesione all’UE presentata a dicembre 2022). Infatti, Pristina ha adottato l’importante riforma elettorale, ma accusa ritardi su quella della giustizia. Per quanto riguarda la normalizzazione delle relazioni con la Serbia, considerati i disordini avvenuti nel nord del Paese a fine settembre di quest’anno e sebbene sia stato raggiunto un accordo nell’ambito del Dialogo facilitato dall’UE, il Kosovo e la Serbia devono ancora avviare l’attuazione dei rispettivi obblighi, che sono vincolanti per entrambe le Parti e che costituiscono una parte fondamentale del loro percorso europeo. Essendo il Kosovo solo un potenziale Paese candidato, non è ancora previsto un calendario per l’avvio del processo di screening.

La Macedonia del Nord (Paese candidato dal dicembre 2005) è parzialmente progredita in materia di giustizia, libertà e sicurezza, incluse la lotta alla criminalità organizzata e la gestione della migrazione. Alla decisione di aprire i negoziati di adesione del marzo 2020, ha fatto seguito il 19 luglio 2022 la prima Conferenza intergovernativa (CIG). Al momento è in corso il processo di screening e solo entro la fine del 2023 potrebbero essere aperti i negoziati veri e propri su alcuni capitoli dell’Acquis, inclusi nel Cluster 1 – Fondamenti. In particolare, si sono svolte tutte le sessioni di screening sul Cluster 1 (Fondamenti) e sul Cluster 2 (mercato interno), sul Cluster 3 (competitività e crescita inclusiva) e sul Cluster 4 (Agenda green e connettività sostenibile). Sono state completate le sessioni esplicative sul Cluster 5 (Risorse, Agricoltura e Coesione) e sul Cluster 6 (Relazioni esterne) e sono in corso sessioni bilaterali sugli stessi. I restanti incontri di screening sono programmati fino a dicembre 2023.

Per quanto concerne l’Albania (Paese candidato dal giugno 2014) sono necessari ulteriori sforzi in tema di libertà di espressione, tutela delle minoranze e diritti di proprietà, nonché in settori chiave dello Stato di diritto, come la lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata. Come nel caso della Macedonia del Nord, nel luglio 2022 la Commissione ha avviato il processo di screening, che dovrebbe concludersi entro la fine del 2023. Al momento, si sono svolte tutte le sessioni sul Cluster 1 (Fondamenti), Cluster 2 (Mercato interno), Cluster 3 (Competitività e crescita inclusiva) e Cluster 4 (Agenda green e connettività sostenibile). Sono state completate le sessioni esplicative sul Cluster 5 (Risorse, Agricoltura e Coesione) e sul Cluster 6 (Relazioni esterne).

Il caso della Bosnia – Erzegovina (Paese candidato dal dicembre 2022) è invece del tutto particolare. Infatti, nonostante che il nuovo governo insediatosi a gennaio abbia avviato alcune timide riforme in tema di sistema giudiziario, è innanzitutto fondamentale preservare l’ordine costituzionale del Paese, soprattutto considerando le posizioni secessioniste ed autoritarie avanzate dall’entità della Republika Srpska. Sono necessari ulteriori sforzi affinché la Bosnia-Erzegovina possa realizzare le priorità fondamentali indicate nel parere della Commissione sulla sua candidatura (ad esempio, lotta alla corruzione ed al crimine organizzato, riforme socio-economiche). Pertanto, la Commissione raccomanda l’apertura dei negoziati  solo quando sarà raggiunto il necessario grado di conformità ai criteri di adesione.

Anche il percorso verso l’adesione della Turchia (Paese candidato dal dicembre 1999) costituisce un caso a sé, in quanto i negoziati, sebbene avviati nell’ottobre del  2005, sono bloccati dal 2018 in seguito alla decisione del Consiglio europeo motivata dalle criticità del quadro politico turco, soprattutto sotto i profili del funzionamento delle istituzioni democratiche (ad esempio, centralizzazione dei poteri alla Presidenza dello stato, mancanza di pluralismo politico), del rispetto dello Stato di diritto e del deterioramento dei diritti fondamentali (ad esempio, libertà di espressione, tutela delle minoranze). Il processo di screening  (novembre 2005 – novembre 2006) ha esaminato tutti i 33 Capitoli dell’Acquis. Al momento sono aperti i negoziati su 16 Capitolima solo il Capitolo  25 – Scienza e ricerca è stato chiuso.

Dai Rapporti 2023 della Commissione sullo stato di avanzamento del processo di allargamento agli 8 Paesi candidati ed ai 2 Paesi potenziali candidati emerge quindi la consapevolezza di un sostanziale ritardo più o meno accentuato a seconda della situazione politico-istituzionale del singolo Paese considerato. Di conseguenza, al momento è molto difficile, anche solo ipoteticamente, prevedere un calendario dell’avanzamento del processo negoziale ed indicare una data per la full membership all’UE dei suddetti Paesi.

Per un approfondimento del pacchetto allargamento ed una comparazione rispetto al percorso affrontato dai Paesi candidati nei precedenti allargamenti, a partire da quello del 2004 si rimanda al documento di sintesi elaborato da Informest (qui), mentre qui di seguito sono riportati i link con i rapporti completi dei vari paesi:

Per un approfondimento su tutte le fasi del processo di adesione all’UE, si veda invece il seguente collegamento:

https://neighbourhood-enlargement.ec.europa.eu/enlargement-policy/steps-towards-joining_en

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Enlargement Package 2023: pubblicato il rapporto annuale della Commissione Europea

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