Non credo si tratti di un’impressione frettolosa: a seguire l’informazione, anche a livello locale, colpisce la quantità d’iniziative dedicate all’internazionalizzazione. Molto più che un tempo.
In questa ultima settimana Informest, ad esempio, è stata coinvolta in almeno due importanti iniziative: la settimana dell’innovazione svoltasi a Novi Sad e la partecipazione nella delegazione istituzionale ed economica guidata dal Presidente della Regione Tondo in Montenegro.
A Novi Sad Informest insieme ad Area Science Park e CBM partner del progetto promosso dalla Regione Friuli Venezia Giulia, hanno guidato una rappresentanza dell’intero sistema scientifico regionale che ha incontrato istituti e aziende della Vojvodina.
Più o meno negli stessi giorni il Presidente Tondo ha avuto occasione di ribadire l’importanza, la ricchezza di opportunità per la nostra economia di un paese come il Montenegro.
E ancora tanti spunti, da enti diversi, o da nuove collaborazioni tra enti diversi – a sostegno dell’export, degli investimenti all’estero, ecc., di strumenti finanziari per la cooperazione internazionale destinate a piccole (anche piccolissime) e medie imprese.
Un fiorire di iniziative che in qualche modo ci conforta. Si sta dunque diffondendo una cultura dell’estero e dell’export che Informest coltiva da moltissimo tempo; anche per noi è più facile farci capire, perché il linguaggio dell’internazionalizzazione si è diffuso di più.
Dall’altro, come portatori e d’interesse e di lunga esperienza, ci sentiamo responsabili: a fare sempre meglio, e a individuare le nuove vie dell’internazionalizzazione.
Di recente abbiamo partecipato come osservatori a un importante evento organizzato dalla Regione Puglia sulle macroregioni – in particolare su quella adriatico ionica.
Mentre istituzioni e imprese, quindi, sempre più si stanno allineando su una posizione che unisce l'”estero” alla qualità, alla specializzazione, all’innovazione – complice la durezza di questi tempi – è già ora, per noi, di ritoccare l’agenda dedicata all’internazionalizzazione, poiché è compito nostro allinearci innanzi tutto con le nuove priorità europee, di cui le macroregioni sono appunto uno tra gli orientamenti
più significativi.
Informest ha già cominciato a parlarne da un pò: addetti ai lavori a parte, troviamo un po’ di diffidenza, o d’indifferenza; anche questa volta, sarà questione di tempo.
Silvia Acerbi