La crescita della Cina: un “dragone” più lento e più vecchio?

17 Ottobre 2011

Il modello di crescita trainata dalle esportazioni sta mostrando i suoi limiti, ma la transizione verso un modello più equilibrato potrebbe essere resa difficile sia dalla congiuntura internazionale che dalle resistenze politiche. Il ribilanciamento dal risparmio al consumo potrebbe essere inferiore al previsto ed il mercato dei consumatori cinesi meno ampio di quanto sperato.

L’interscambio del Friuli Venezia Giulia con la Cina ha registrato sul 2001-2010 un incremento medio del 17%, (Italia: 14% ). Ma l’interscambio con la Cina potrebbe subire una contrazione sensibile, dovuta ai limiti dell’attuale modello cinese di crescita e a vincoli demografici alla crescita che inizieranno a palesarsi in questo decennio.

Il 2012 potrebbe essere un anno critico per il comporsi di vari fattori: i) eccessiva dipendenza da una domanda estera mondiale “stagnante”, in mutamento e piuttosto instabile (vedi l’area dell’euro e gli Stati Uniti); ii) investimenti pubblici che, se dal 2008 garantiscono tassi di crescita quasi invariati rispetto al periodo pre-crisi, si stanno rivelando costosi e inefficienti; iii) un sistema bancario esposto verso enti locali indebitati da cui il 20% circa dei prestiti risulterebbe inesigibile; iv) differenziali di reddito e di opportunità in aumento assieme al disagio sociale.

Sul lungo termine pesa l’invecchiamento della popolazione: ci vorranno  solo 25 anni (100-140 in Europa) per il raddoppio degli over-64, mentre inizierà in questa decade la contrazione della popolazione attiva (15-64 anni), da cui un aumento delle spese sanitaria e socio-assistenziale per le quali dovranno essere trovate risorse. La velocità della transizione demografica ostacolerà la creazione dei sistemi previdenziali e socio-assistenziali: se i cinesi oggi risparmiano per pensioni e cure mediche, ancora di più rischiano  di dover risparmiare in futuro. Lo spostamento dal risparmio al consumo potrebbe  risultare inferiore alle attese e il mercato dei consumatori cinesi meno ampio di quanto sperato.

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